Nell’ultima seduta del Consiglio Regionale, tenutasi ieri, è stato approvato il piano annuale degli interventi per il diritto allo studio per l’anno accademico 2016/17, documento importante che definisce la linea politica e programmatica degli E.R.S.U. per il prossimo anno, ancora più importante in questo momento in cui gli Enti sono commissariati. Il piano era stato precedentemente discusso in Conferenza Regionale per il diritto allo studio, il 2 maggio, dove, attraverso il rappresentante degli studenti all’ERSU di Ancona, avevamo espresso tutte le nostre perplessità in merito al parziale aumento delle soglie per accedere alle borse di studio e riguardo all’innalzamento del costo del pasto a mensa per gli studenti non borsisti.

Diventa dunque ufficiale l’innalzamento delle soglie ISEE e ISPE per l’accesso alle borse di studio, che saranno rispettivamente 21000 e 38000; risultato positivo ma che non ci lascia del tutto soddisfatti, dato che il Ministero ha fissato come limiti massimi 23000 per l’ISEE e 50000 per l’ISPE. Un adeguamento a queste ultime soglie sarebbe stato auspicabile, poiché avrebbe ridotto ancor di più la possibilità che, come quest anno, molti studenti risultassero esclusi dai benefici delle borse di studio a causa delle nuove modalità di calcolo degli indicatori.

All’interno della conferenza regionale, si proponeva di innalzare la tariffa minima applicabile per il servizio di ristorazione da 5 a 6 €. Noi abbiamo fin da subito ritenuto inaccettabile questa misura e al termine della accesa discussione è stato ridotto l’aumento portandolo a 5,5€, divenuto ormai definitivo dopo l’approvazione del piano da parte del consiglio regionale. Non troviamo comunque giustificazione ad un tale incremento, soprattutto in un momento in cui il servizio è già poco utilizzato e la qualità attuale del servizio non giustifica affatto alcun tipo di aumento.

La seduta del Coniglio Regionale ha visto anche l’approvazione della variazione di bilancio, proposta dalla Giunta Regionale due settimane fa e che prevede l’impegno della Regione di investire 3 milioni di euro all’anno per il diritto allo studio universitario per gli anni 2016, 2017 e 2018, ai quali poi si aggiungeranno le quote derivanti dal Fondo Integrativo Statale e dalla tassa regionale per il diritto allo studio. Alla luce di questo, ci impegneremo affinché vengano attribuite le integrazioni che quest anno non è stato possibile erogare (contributo affitto, integrazione per disabilità e mobilità internazionale) e perché non si verifichino più le situazioni spiacevoli che hanno caratterizzato questo anno accademico e che hanno messo in forte difficoltà gli studenti beneficiari di borsa, costretti ad aspettare più di 4 mesi il versamento della quota contante.

In tutto ciò non accenna a trovare una soluzione la spinosa vicenda della riforma sul riordino degli ERSU marchigiani. Infatti l’Assessorato al diritto allo studio, ha ritirato una delle due bozze che aveva precedentemente messo al vaglio delle varie categorie coinvolte per la stesura dell’articolato. L’unica proposta rimasta è quella che demanda totalmente agli Atenei la gestione dei servizi legati al diritto allo studio. In più di un’occasione abbiamo ribadito la nostra forte contrarietà ad una gestione di questo tipo, in quanto tralascerebbe totalmente quello che dovrebbe essere la finalità primaria di questa riforma: garantire a tutti gli studenti universitari marchigiani l’uniformità dei servizi erogati e la standardizzazione dei rispettivi costi, salvaguardando le peculiarità territoriali, attuando una politica di welfare studentesco così da andare finalmente a istituire la figura dello Studente Universitario Marchigiano. La Lista Gulliver da anni lavora proprio in questa direzione tanto che abbiamo presentato in Consiglio Studentesco i punti secondo noi fondamentali per un’ottimale attuazione del Diritto allo Studio nella nostra Regione. Il documento è stato approvato all’unanimità e successivamente adottato anche dai Consigli Studenteschi degli altri atenei marchigiani. Riteniamo che dovrebbe essere istituito un unico organo regionale per il diritto allo studio, con un unico consiglio di amministrazione, dislocato nelle città sedi di ateneo attraverso quattro centri territoriali che attuino concretamente quanto emanato a livello regionale, affiancati a loro volta da comitati territoriali: organi con funzioni consultive e propositive in relazione agli interventi, ai servizi e alle prestazioni.Auspichiamo che la Regione e la Giunta ritornino sui proprio passi, ritirando quella proposta di riforma che non avrebbe altra conseguenza se non quella di complicare e rendere disomogenea ed iniqua la gestione dei servizi per gli studenti.