'Io non costringo, curo', è questo il titolo dell'appello, presentato il 7 febbraio nel corso di una conferenza stampa, dalla FP CGIL, e della FP CGIL Medici, 'contro l'accanimento terapeutico e per la libertà di scelta sul testamento biologico'. Un testo che ha già visto l'adesione di 10 importanti figure del mondo della cultura, della politica e della medicina italiana. Come l'oncologo Umberto Veronesi e il senatore Ignazio Marino, ma anche Amato De Monte, il direttore del dipartimento di anestesia e rianimazione dell'ospedale di Udine e responsabile dell'equipe medica che interruppe l'alimentazione e l'idratazione di Eluana Englaro. A firmare l'appello anche la studentessa dell'università di Ancona, della Facoltà di Medicina, Francesca Mariscoli, in rappresentanza dell'associazione 'Unione degli Universitari'.
“Siamo qui oggi” ha spiegato nel suo intervento la Segretaria Generale della FP CGIL, Rossana Dettori, in riferimento alla proposta di legge 'Calabrò', che nei fatti vanificherebbe l'efficacia del testamento biologico, “per impegnarci affinché, questo ennesimo tentativo di piegare il diritto alla salute e la dignità degli operatori sanitari alla volontà delle gerarchie ecclesiastiche sia respinto”. Secondo la dirigente sindacale l'idea che “il diritto alla salute possa essere violato e che le libertà possano essere negate”, per nome e per conto di un convincimento religioso, è semplicemente “un orrore ed è di una violenza inaudita”. Sono queste le parole con cui, la leader dei lavoratori della Funzione Pubblica, ha voluto ribadire un impegno della FP CGIL che aveva caratterizzato già in passato la categoria, nelle battaglie contro la legge che imponeva ai medici di denunciare gli assistiti, se non in possesso di un regolare permesso di soggiorno, e per una reale libertà delle donne di ricorrere all'interruzione di gravidanza assistita in tutte le strutture sanitarie pubbliche.
Il 21 febbraio la legge 'Calabrò' andrà in aula, con il parere favorevole della commissione bilancio, anche in assenza di fondi aggiuntivi. “Si costringono le persone ad essere curate – ha aggiunto la Segretaria – senza nemmeno prevedere le risorse per adempiere a questo obbligo”. Questo, ha spiegato la dirigente sindacale, è un altro dei costi che fa pagare Berlusconi a tutti gli italiani “per continuare a dire 'io sono il Presidente del Consiglio'”. Dettori ha concluso sottolineando che è necessario dire “basta a questo uso vergognosamente strumentale del diritto alla salute e dello strumento medico sanitario”.
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