10830504_10204999351411089_1463782847307604972_oIl 27 Gennaio del 1945, l’Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivò nella città polacca di Auschwitz e liberò il campo. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono, compiutamente per la prima volta, al mondo l'orrore del genocidio nazista.


La data del 27 Gennaio, in ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, è indicata quale data ufficiale agli stati membri dell'ONU, in seguito alla risoluzione 60/7 del 1º Novembre 2005.


Da qualche anno, in questo giorno viene celebrata la Giornata della Memoria, per ricordare a tutti a quali aberrazioni possa portare il razzismo e ogni forma di discriminazione. 


In occasione di questo avvenimento così importante, il Gulliver organizza, presso la sede in Via Saffi 22, la proiezione del film "Train de vie".
Train de vie – Un treno per vivere è un film del 1998 diretto da Radu Mihăileanu, che tratta in maniera ironica la Shoah.

“Se Hitler fosse vivo e vedesse tutti i programmi tv cupi e noiosi sulla Shoah e sentisse tutti i pianti e i lamenti degli ebrei sarebbe felice. L’unica cosa con la quale possiamo umiliare i gerarchi nazisti, che sono ancora vivi in Sudamerica, è farli imbestialire, è mostrar loro che siamo vivi, che non ci hanno distrutti, che il nostro umorismo non è stato cancellato dalle loro barbarie” (Radu Mihaileanu).

Il regista rumeno Radu Mihaileanu sceglie di raccontare un tema doloroso come quello della Shoa in modo inusuale, ironico ma sempre delicato. Train de vie è una tragicommedia di viaggio costruita all’insegna dell'umorismo yiddish, di una sana energia narrativa e di un ritmo di trascinante allegria cui molto contribuisce la colonna sonora di Goran Bregovic, che attinge alla musica klezmer ebraica dell'Europa orientale. Ma il comico non nasconde né banalizza la sofferenza. Al contrario, trasfigurandola, la commemora e la onora. “Ridere è un altro modo di piangere” dice Radu Mihaileanu a proposito del suo film che ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio Fipresci a Venezia nel 1998 e, nel 1999, il premio del pubblico al Sundance Festival e il David di Donatello come miglior film straniero.