Di seguito riportiamo il documento approvato unanimemente dal Consiglio Studentesco dell’UNIVPM in merito al progetto di Riforma dell’Università proposto dal Governo lo scorso Ottobre.
 
Visto che tale analisi è frutto della convinzione che l’Università abbia bisogno di più finanziamenti, di una valutazione della didattica condivisa con gli studenti, di maggiore trasparenza e democrazia e…

 …NON di riforme che salvaguardano gli interessi di pochi abbiamo voluto inviare il nostro contributo non solo al Ministro ma anche a Camera e Senato nella speranza di ottenere dei riscontri effettivi dato che il testo della Legge è al momento oggetto dell’analisi del Parlamento.

 

All’On. Ministro Mariastella Gelmini

Al Presidente della Commissione Istruzione del Senato
Sen. Guido Possa

Al Presidente della Commissione Cultura della Camera
On. Valentina Aprea

Ai componenti del Consiglio Universitario Nazionale

Ai componenti del Consiglio Nazionale Studenti Universitari


                                                                                                           LORO SEDI


Premessa:

Il sistema universitario italiano vive da diversi mesi un attacco mediatico e politico senza precedenti che hanno portato ad una forte crisi interna sia politica che istituzionale. A causa degli ultimi provvedimenti governativi, l’Università viene dipinta attraverso stereotipi errati e anche se rimane evidente la necessità di avviare una fase di riforme profonde e strutturate, l’attuale DDL Gelmini rappresenta l’ennesimo progetto inadeguato.

Si evidenzia infatti il mancato confronto con le componenti del mondo accademico che, come purtroppo accade sempre più spesso, avviene dopo la stesura del testo del Disegno di Legge ; il legislatore inoltre sembra non tenere in considerazione i presupposti di partenza.

In particolare i tagli indiscriminati del Fondo di Finanziamento Ordinario effettuati attraverso la Legge 133/08 costituiscono una pessima base di partenza visto che nemmeno in quell’occasione è stata effettuata un analisi qualitativa di tutti i segmenti dell’Università.

Appare evidente che il principio ispiratore che caratterizza il testo in oggetto rappresenta un ulteriore aspetto negativo, in quanto l’Università italiana viene intesa come fardello per lo Stato e non come una risorsa culturale e sociale nella quale investire.

Infine non si può avere un quadro complessivo se non si effettua un’attenta valutazione dell’innegabile caos prodotto dalle continue riforme in materia di didattica, in ultimo la nota 160 del 4.09.09 che preannuncia la ridefinizione dei requisiti minimi (D.M. 544/07), che hanno portato alla difficile coesistenza di 3 ordinamenti didattici distinti.

Terminata questa breve prefazione di carattere generale di seguito si intende analizzare il testo del Disegno di Legge sottolineandone le criticità:

Titolo 1 – Organizzazione del sistema universitario (Art. 1, 2, 3)

1.    L’approvazione entro sei mesi del nuovo statuto è chiaramente un limite che non può essere rispettato dalle Università che hanno appena dimostrato con l’applicazione del D.M. 270/04 di non avere tempi brevi. Si auspica una maggiore sensibilità da parte del Ministero al fine di evitare continue deroghe.

2.    La figura del Rettore viene ridisegnata seguendo dei principi errati. Anche se è condivisibile l’imposizione di un limite temporale al mandato, l’attribuzione della stesura del documento di programmazione strategica triennale (D.L. 31.03.05 n. 43) rende il Rettore ancora più forte e legittima un ruolo “autoritario”. Allo stesso modo si ritiene negativa l’ipotesi nella quale lo stesso Rettore sia scelto al di fuori dell’ Ateneo che andrebbe a rappresentare e senza prevedere gli studenti nell’elettorato.

3.    Poichè potrebbe verificarsi il pericolo di sottomettere il ruolo della didattica e della ricerca agli scopi manageriali e di bilancio, si esprime una visione negativa della Riforma rispetto alla composizione e alle mansioni degli organi maggiori come S.A. e CdA. Infatti, nel momento in cui tutte le funzioni decisionali saranno affidate al Consiglio di Amministrazione, dove la componente esterna dovrà essere almeno del 40 %, l’intero sistema potrebbe essere influenzato in maniera forte da interessi privati a scapito dell'indipendenza della ricerca e dei fini educativi della didattica. Inoltre, data la complessa organizzazione degli Atenei e le molte funzioni che essi svolgono, è improbabile che un componente esterno possa avere le competenze reali per poter partecipare alle fasi decisionali anche in materia di didattica. Per questo potrebbe prefigurarsi che lo stesso Consiglio di Amministrazione diventi un luogo di scontro degli interessi economici di bilancio danneggiando in maniera forte e inequivocabile la didattica e gli studenti. Si chiedono inoltre chiarimenti in merito al numero dei rappresentanti degli Studenti presenti in Consiglio di Amministrazione e maggiori informazioni sulla composizione dei rappresentanti esterni presenti nel medesimo Organo.

4.    E’ preoccupante anche la composizione del Nucleo di Valutazione dove la presenza dei rappresentanti degli studenti è garantita solamente nella fase istruttoria.

5.    Si esprime apprezzamento nel prevedere la decadenza dei Consiglieri a causa di assenze prolungate e ingiustificate ma è auspicabile un chiarimento nel definire il termine “continuità”.

6.    Negativa è la concezione generale della riorganizzazione interna delle Facoltà visto che il Preside, che al momento rappresenta il punto di riferimento per i problemi “basilari”, sarebbe sostituito da molteplici direttori di dipartimento. Inoltre l’attribuzione di maggiori poteri ai singoli dipartimenti porterebbe all’acutizzarsi delle lotte intestine nelle quali la qualità della didattica non è sicuramente tra i fini principali. In tutto questo la figura della rappresentanza studentesca viene ulteriormente declassificata visto che l’unico momento di confronto studenti-docenti è obbligatoriamente previsto nella commissione paritetica con competenze di monitoraggio e di formulazione di pareri.

7.    La razionalizzazione dell’offerta formativa, prevista attraverso la fusione, deve essere attuata esclusivamente a posteriori di un analisi  del sistema che, come segnalato nella premessa, non è avvenuta. Inoltre visto che sono previsti degli “enti” è d’obbligo specificarne la natura al fine di evitare possibili speculazioni di privati.

8.    Infine la previsione di una riforma talmente vasta e complessa è difficilmente sostenibile senza che non derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica di conseguenza, al fine di valorizzare l’intero sistema universitario, il Governo, indipendentemente dal colore politico, dovrebbe tornare a considerare gli Atenei come risorse e priorità per il rilancio economico e scientifico del paese.

A conclusione di questa analisi si intende chiedere al Governo di accogliere quanto emerso nelle pagine precedenti e intraprendere immediatamente una fase di discussione e confronto con tutta la comunità accademica ed in particolar modo con gli studenti che rappresentano i principali fruitori dell’Università.


IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO STUDENTESCO
                  SIG. CARLO COTICHELLI