Riforma Universitaria 3+2

Il nostro giudizio a due anni dalla sua applicazione

A più di due anni dall'avvio della riforma dei cicli di studio, molti sono ancora i punti critici. Le perplessità che, come Lista Gulliver, avevamo prima dell'attuazione sono state in molti casi confermate: pochi i fondi dati alle Università prospettive di aumenti anche consistenti delle tasse, senza che a ciò corrispondesse un adeguato potenziamento dei servizi, un generico peggioramento dei diritti degli studenti celato dietro la confusione del transitorio.

In questo momento di paventata controriforma (Moratti), la cosa più ragionevole è lasciare all'Università il tempo necessario per dare completa applicazione al processo riformatore introdotto nel 1999, nonostante alcune contraddizioni che ha in sé; solo in una fase successiva si possono indicare proposte migliorative e definitive di correzione della Riforma stessa che tengano conto delle problematiche emerse in questo periodo di sperimentazione. Riteniamo infatti che qualsiasi cambiamento intervenga in questo momento creerebbe solo confusione per gli studenti.

 

Analizziamo gli aspetti cruciali della Riforma attuale che più interessano gli studenti

Numero di esami: nonostante vi sia un limite massimo per il numero di esami attivabili in molti casi questo è stato in realtà superato con la divisione in moduli, spesso uniti tra loro non da reali motivi didattici, ma da fittizi calcoli matematici. Ciò porta ad un aumento del numero delle prove da sostenere senza però dare una preparazione organica e completa sia per chi vuole accedere alle Lauree specialistiche, sia per chi vuole affacciarsi al mondo del lavoro.

Didattica e Commissioni Didattiche Paritetiche: E' necessario un continuo monitoraggio sull'applicazione della riforma (revisione dei programmi, sincronizzazione con i programmi delle lauree specialistiche, spendibilità delle lauree triennali nel mondo del lavoro) attraverso un serio lavoro delle commissioni paritetiche per la didattica, organi che non funzionano e se si riuniscono lo fanno una volta l'anno. Pertanto auspichiamo e ci batteremo affinché il loro effettivo potere d'incidenza aumenti, con forme non solo consultive! Il Presidente di ogni commissione paritetica deve essere uno studente!

Materiale didattico: le problematiche sui programmi si riflettono inoltre immediatamente sui libri di testo e sui materiali offerti; spesso all'attivazione di nuovi corsi non è seguita la creazione di alcun materiale didattico. D'altra parte, anche per i corsi già esistenti, spesso il materiale fornito non è adeguato al numero dei crediti (ad es: libro di 800 pagine per un corso da 6 crediti) o non più al passo con i tempi. E' necessario che l'Ateneo si adoperi per una presa di posizione forte e decisa affinché il corpo docente si impegni a coprire tali mancanze, proponendo anche forme di materiale didattico più dinamiche ed efficaci (e meno costose!), ad esempio dispense, cd-rom e soprattutto la possibilità di scaricare appelli e materiale didattico da internet, direttamente dalle pagine web del docente o del suo istituto/dipartimento.

Lauree di II Livello: si trovano ancora allo stato embrionale è necessario intraprendere al più presto un lavoro concreto per una loro definizione che salvaguardi il livello della formazione offerta, rendendo il titolo specialistico altamente spendibile nel mondo del lavoro. E' importante soprattutto che questo processo avvenga in continua collaborazione con la componente studentesca, che è il soggetto protagonista dell'Università: il processo di definizione delle lauree deve partire dal basso e non essere imposto dall'alto.

Programmi dei corsi: spesso sono stati semplicemente modulati da quelli del vecchio ordinamento o, all'estremo opposto, sono stati vittime di tagli selvaggi che ne hanno svalutato il valore didattico. Inoltre l'aggiornamento dei medesimi è legato alla volontà del docente ed alla sua capacità di interagire con internet. È necessario che in tutte le Facoltà le Commissioni Didattiche vigilino realmente sui contenuti dei corsi.

Tirocini: sono una grande possibilità per entrare in contatto con il mondo del lavoro, ma presentano ancora numerosi problemi: laddove manca un contatto serrato tra Università e azienda è alto il rischio che gli stages si riducano ad esperienze di manovalanza. È quindi necessario che le Facoltà si dotino di strutture apposite con compiti sia di collegamento tra domanda-offerta che di controllo sull'effettiva consistenza dei progetti intrapresi.

Conclusioni: riteniamo fortemente negativo sia l'impatto che la riforma ha avuto sulla qualità della didattica, sia la diminuzione di vivibilità all'interno di alcune facoltà causata da una gestione discutibile del transitorio da parte della classe docente e dal crescente disinteresse degli studenti del N.O. soprattutto per quel che concerne i loro diritti e tutto ciò che esula dal seguire le lezioni e sostenere gli esami.