Nei 33 anni in cui ha lavorato nella magistratura, si e’ sempre piu’ convinto della prioritaria necessita’ di una educazione alla legalita’ dei cittadini, prima ancora di tentare di migliorare il sistema dall’interno. Il motivo per cui la giustizia e’ cosi’ malfunzionante va ricercato, a suo parere, nella mancanza di una cultura generale di rispetto delle regole. Proprio per questa presa di coscienza, a metà febbraio del 2007, a quindici anni dall'inizio di Tangentopoli, ha scelto di lasciare la magistratura, ad appena 60 anni compiuti, a 15 anni dalla pensione, con l’intento di impegnarsi a far recuperare alla societa’ quella relazione ormai perduta tra cittadino e legalita’, parlando direttamente alla gente di rispetto delle leggi e di senso della giustizia, sostenuto anche dall'esperienza di tanti incontri in tema di corruzione, tecniche investigative, assistenza giudiziaria internazionale, ai quali è chiamato particolarmente all'estero. La scelta di dedicarsi a questo obiettivo nasce da «un rammarico: il verificare come la giustizia sia l'unica sede nella quale si pensa che debbano essere accertate le responsabilità. Oggi, chiunque dica al mattino una cosa e la sera il contrario, è irresponsabile di entrambe le dichiarazioni. Ma lo strumento del processo penale è inadeguato a riaffermare la legalità quando l'illegalità sia particolarmente diffusa e non esistano interventi che in altri campi vadano nella stessa direzione. Diventa una spirale, crea sfiducia e disillusione». I suoi interventi sono attualmente rivolti ai giovani, ed in particolare «Bisogna dar loro due cose: metodi e informazioni, sia attraverso contatti diretti, sia scrivendo, per comunicare il profondo perché delle regole e il come farle funzionare; occorre colmare la carenza di informazione non solo sui fatti, ma anche sulla concatenazione dei fatti e del pensiero; è necessario individuare le premesse e rendere evidenti le loro conseguenze, sottolineando la necessità di coerenza, in modo da dare risposte stimolanti alla tanta voglia di approfondire questi temi».
È per questo che la discussione “Sulle regole” coinvolge per Colombo anche i modelli di società a cui le regole si ispirano. Modelli verticali, basati sulla gerarchia, la competizione, la centralità della pena. E modelli orizzontali, più rispettosi della persona, orientati al riconoscimento dell’altro, capaci di sperimentare soluzioni alternative alla punizione e all’esclusione. Una strada, quest’ultima, tracciata proprio sessant’anni fa dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla Costituzione italiana.
La giustizia non può funzionare se il rapporto tra i cittadini e le regole è malato, sofferto, segnato dall’incomunicabilità. La giustizia non può funzionare se i cittadini non comprendono il perché delle regole.
Quando parliamo di giustizia non parliamo solo della sua amministrazione quotidiana, quel complesso istituzionale che coinvolge i giudici, i tribunali, le corti, gli avvocati, i pubblici ministeri, le prigioni, le persone sul cui destino tutto ciò incide il più delle volte pesantemente. Parliamo anche di un punto di riferimento ideale, dei valori di base che guidano la nostra convivenza e a cui si ispira la distribuzione di diritti e doveri, opportunità e obblighi, libertà e limiti. Se si smarrisce questo riferimento ideale, anche l’amministrazione della giustizia soffre, perché resta priva di una bussola e di una direzione.
Tra le sue pubblicazioni
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Un commento sulle misure di coordinamento in Appendice al commentario del nuovo codice di procedura penale; Giuffrè (1990)
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Il nuovo codice di procedura penale, in Politica italiana; Il Mulino (1990)
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Il riciclaggio – Gli strumenti giudiziari di controllo dei flussi monetari illeciti con le modifiche introdotte alla nuova legge antimafia; Giuffrè (1991)
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Il maxi processo, in Il nuovo processo penale. Caratteri ed effetti del primo codice della Repubblica; Franco Angeli (1991)
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Coautore de La legislazione antimafia, raccolta di leggi antimafia; Giuffrè (1994)
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Il vizio della memoria; Feltrinelli (1996)
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Sulle regole, Feltrinelli (2008).
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