Ruhal Ahmed venne arrestato nel 2001 nel caos seguito all’invasione dell’Afghanistan e al crollo del regime dei taliban. Dopo essere scampato a un massacro di prigionieri perpetrato dalle truppe dell’Alleanza del Nord, venne ceduto alle forze Usa e imprigionato in una loro base in Afghanistan. Nel gennaio 2002 venne caricato su un aereo e, dopo un volo durato diverse ore, trascorse incatenato e bendato, fu trasferito nella base navale di Guantánamo Bay a Cuba. Fu tenuto prima in una delle gabbie all’aperto del Camp X-Ray, poi a Camp Delta. La sua prigionia cessò nel marzo 2004 con il rimpatrio e la successiva liberazione, senza accuse a suo carico.
La testimonianza resa da Ruhal Ahmed e dagli altri “Tipton Three” (Asif Iqbal e Shafiq Rasul) ha consentito di conoscere per la prima volta i particolari delle condizioni di vita e detenzione a Guantánamo Bay: umiliazioni, maltrattamenti, pressioni psicologiche, minacce e privazioni. I “Tipton Three” hanno raccontato anche degli interrogatori subiti da parte degli agenti dei servizi segreti inglesi e dei militari statunitensi, nonché delle dure condizioni di prigionia di altri cittadini britannici ancora reclusi.
La richiesta di appello presentata nel 2003 dai congiunti di Shafiq Rasul e Asif Iqbal ha condotto alla sentenza della Corte suprema degli USA (caso Rasul vs Bush) del giugno 2004, con cui si stabiliva che i prigionieri di Guantánamo Bay avessero diritto a comparire di fronte alle corti federali statunitensi per contestare le motivazioni della propria detenzione.
Nell’agosto 2004 Ruhal e i suoi compagni hanno fatto causa al governo USA per la loro detenzione illegale e i maltrattamenti subiti a Guantánamo Bay. La loro esperienza ha spinto alcuni esponenti del governo e del mondo politico britannico a esprimere critiche sempre più pressanti nei confronti delle politiche e dei metodi della “guerra al terrore” e a chiedere la chiusura di Guantánamo Bay.
Dal momento della liberazione, Ruhal Ahmed e gli altri “Tipton Three” hanno collaborato alla campagna di Amnesty International per arrivare alla chiusura di Guantánamo Bay e alla liberazione o a un giusto processo per tutti i prigionieri della “guerra al terrore”.
Detenzioni illegali degli Stati Uniti: fatti e cifre
Soltanto uno dei detenuti di Guantánamo è stato condannato dalle commissioni militari:
L’11 gennaio del 2008 segna il 6° anniversario del primo trasferimento di detenuti a Guantánamo.
Nei primi cinque anni di attività, vi sono stati trasferiti 780 prigionieri.
Alla fine del Dicembre 2007, 288 detenuti di 30 diverse nazionalità (100 dei quali yemeniti) si trovavano ancora a Guantánamo senza accusa ne processo.
Un quarto dei detenuti è stato dichiarato idoneo per il rilascio o il trasferimento dalle autorità statunitensi.
Soltanto uno dei detenuti di Guantánamo è stato condannato dalle commissioni militari. Nel marzo 2007 David Hicks, cittadino australiano, si è dichiarato colpevole di sostegno al terrorismo nell’ambito di un patteggiamento che prevedeva la fine della sua reclusione in custodia statunitense, già durata cinque anni, e il rientro in Australia, dove sta scontando altri 9 mesi di detenzione.
Nel novembre 2007, 3 detenuti sono stati incriminati per essere processati dalle commissioni militari.
Tra il 2002 e novembre 2007 488 detenuti sono stati rilasciati da Guantánamo e trasferiti in altri paesi, tra cui Afghanistan, Albania, Arabia Saudita, Australia, Bahrain, Bangladesh, Belgio, Danimarca, Egitto, Federazione Russa, Francia, Giordania, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Maldive, Marocco, Mauritania, Pakistan, Regno Unito, Spagna, Sudan, Svezia, Tagikistan, Turchia, Uganda e Yemen.
Circa l’80% di questi prigionieri sono stati detenuti in isolamento nei Campi 5, 6 e nel Campo Echo.
Il Campo 6, di più recente costruzione, è designato per ospitare 178 detenuti ed è l’area in cui le condizioni di detenzione sono le più dure. I detenuti rimangono in isolamento per almeno 22 ore al giorno in celle individuali prive di finestre.
Almeno 4 persone attualmente detenute a Guantánamo erano minori di 18 anni al momento dell’arresto.
Almeno 4 detenuti si sarebbero suicidati. Molti altri avrebbero tentato di togliersi la vita.
La cattura dei detenuti di Guantánamo è avvenuta in oltre dieci paesi diversi. Nessuno di essi ha avuto la possibilità di vedere un magistrato.
Un’analisi condotta sui casi di circa 500 detenuti ha concluso che soltanto il 5% di loro è stato catturato direttamente dalle forze statunitensi; l’85% è stato catturato dalle forze dell’Alleanza del Nord in Pakistan e in Afghanistan e trasferito sotto custodia statunitense, spesso in cambio di qualche migliaio di dollari.
Nel settembre 2006, 14 prigionieri sono stati trasferiti a Guantánamo, dopo essere stati detenuti in segreto dalla CIA per 4 anni e mezzo.
Non si conosce la situazione di oltre 30 persone, che risulta siano imprigionate nell’ambito del programma di detenzioni secrete della Cia (Central Intelligence Agency) né è dato sapere quante persone si trovino in stato di detenzione segreta nell’ambito dello stesso programma.
Diverse centinaia di persone rimangono sotto custodia statunitense presso la base aerea di Bagram in Afghanistan, senza la possibilità di accedere a un avvocato o a un magistrato.
Altre 5 persone sono state trasferite a Guantánamo nel corso del 2007.