#StudentiMarchigianiPerIlDSU
Da più di un mese si sono chiusi i bandi per le attribuzioni delle borse di studio emanati dai quattro Ersu marchigiani, i quali, in queste settimane, stanno provvedendo a pubblicare le ultime graduatorie definitive.
Questo ci ha permesso di delineare la situazione del Diritto allo Studio nella regione Marche, che se prima era quantomeno difficile, adesso ha assunto dei connotati tragici.
Avendo tagliato due milioni di euro ai finanziamenti regionali per le borse di studio, è prioritario che la Regione provveda ad un immediato reintegro dei fondi per le borse di studio, in modo da poterne garantire l’erogazione a tutti gli aventi diritto ed eliminare la figura dell'idoneo non beneficiario.
Parallelamente, crediamo che sia indispensabile definire dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni) regionali che definiscano i servizi che la Regione deve garantire su tutto il territorio, tenendo comunque presente le peculiarità di ciascuna città o specifico contesto: allo stato attuale, infatti, i servizi offerti differiscono, talvolta anche in modo consistente, tra le varie città universitarie e alcuni servizi fondamentali sono del tutto assenti.
Ci teniamo a ribadire che il concetto di Diritto allo Studio, a nostro avviso, dovrebbe rientrare nell’ottica di welfare studentesco, non solo quindi borse di studio e garanzia di poter accedere all'istruzione: è necessario riconoscere lo status di studente per favorirne la piena integrazione con il territorio e la cittadinanza, anche nel caso di
studenti fuorisede.
Crediamo che tutti i servizi connessi al welfare studentesco dovrebbero essere estesi in modo uniforme a tutti gli studenti che studiano nella nostra regione.
I servizi essenziali (posto letto, mensa e trasporti), ma anche ulteriori servizi attualmente non previsti (ad esempio accesso al materiale didattico e ai luoghi di cultura) dovrebbero essere resi più accessibili anche agli studenti non borsisti permettendo loro di pagare in base alla loro disponibilità economica.
E’ chiaro che, affinchè tutto questo sia possibile, è necessario che la Regionereintegri i tagli effettuati in sede di bilancio di previsione, e che, oltretutto, stanzifinanziamenti maggiori: permangono infatti, oltre ai problemi derivati dai recenti taglial Diritto allo Studio, le difficoltà storiche mai risolte.
Il primo dato rilevante è l’ingente numero di studenti esclusi dal beneficio in quanto non rientranti all'interno dei parametri economici necessari per l'accesso alla borsa di studio (ISEE< 18.500€ ed ISPE < 30.000€). Questo evidenzia come, a parità di condizioni economiche, molti studenti si siano trovati con un valore nominale più elevato: a causa dell’introduzione della nuova modalità di calcolo della certificazione ISEE e ISPE, nella regione Marche, infatti, gli idonei sono circa un migliaio in meno rispetto al trend degli anni passati.
In particolare pensiamo che il parametro ISPE, principale responsabile dell'aumento delle esclusioni (e quindi del numero degli “esodati”), non abbia assolutamente alcun senso di essere utilizzato come indicatore di ricchezza: valori patrimoniali non incidono in alcun modo sulla possibilità effettiva di pagare tasse, affitto e vita nei luoghi di studio, visto che, se da essi derivano introiti, questi sono già conteggiati all'interno dell'ISEE.Un altro aspetto paradossale di questa situazione è che, pur essendo diminuito il numero degli aventi diritto, a molti studenti, anche se idonei, non saranno erogati i benefici del Diritto allo Studio a causa della carenza di risorse. In moltissimi casi gli studenti non riceveranno la borsa di studio per intero (è il caso dei cosiddetti "idonei non beneficiari"), situazione che si è verificata per l’Ateneo di Urbino, dove, allapubblicazione delle graduatorie provvisorie per le borse di studio, ci si è trovati di fronte ad una situazione intollerabile: su un totale di 2160 domande di borsa ricevute dall'ERSU di Urbino, sono ben 696 gli studenti risultati “idonei non beneficiari” che, pur avendo tutti i requisiti per accedere alla borsa di studio, si vedono precluso questo diritto. Riteniamo perciò che tale figura non debba più esistere: il D.S.U. è un diritto costituzionalmente garantito anche (e soprattutto) nei confronti di coloro meno abbienti e senza mezzi necessari per potersi permettere un percorso universitario.
Per questo lo Stato e tutti gli enti di riferimento hanno il dovere di eliminare gli ostacoli di questi soggetti e garantire loro la possibilità di studiare.
A Macerata, invece, la pubblicazione delle graduatorie definitive ha aperto un nuovo positivo spiraglio per 277 studenti che figuravano nelle graduatorie provvisorie come “idonei non beneficiari” e che ora sono potuti rientrare nel novero dei borsisti, che in totale ammontano a 942 studenti.
Un grave problema riguarda però la quota contante che, ad oggi, non verrà corrisposta alla totalità dei borsisti, ma solo ad una parte estremamente esigua di essi, inficiando una voce fondamentale della borsa di studio che consente di sostenere la spesa alimentare, il costo dei libri, del materiale didattico e dell’abbonamento ai mezzi e che quindi è necessaria per assicurare allo studente non solo una partecipazione formale alle attività didattiche, ma anche una vita dignitosa nel contesto universitario, che permetta lo sviluppo umano oltre che puramente accademico, senza che ciò costituisca un eccessivo peso per le famiglie. Ad Ancona, invece, non sussiste la problematica degli idonei non beneficiari, ma si è assistito a un drastico taglio per quanto riguarda servizi e integrazioni. Nessuno dei borsisti che ne ha fatto richiesta riceverà il contributo affitto. Questo naturalmente creerà e sta creando diversi problemi per tutti quegli studenti fuori sede che facevano affidamento su questa agevolazione per potersi mantenere all’Università senza gravare sulle spalle delle proprie famiglie, viste le condizioni indecenti degli studentati. Inoltre l’ERSU ha comunicato per questo anno accademico che non saranno erogate le integrazioni per disabilità, mobilità internazionale e l’abbonamento agevolato per il trasporto. Riteniamo inaccettabile che, con una platea di idonei consistentemente diminuita rispetto allo scorso anno, la Regione Marche non sia neanche in grado di garantire il diritto allo studio a quei purtroppo“poco privilegiati” che, almeno sulla carta, ne avrebbero diritto.
Altra situazione inaccettabile è quella dei numerosi studenti che ancora attendono il risarcimento dei servizi e la quota contante relativi all'anno 2014/2015. E’ il caso deiborsisti di Urbino e Ancona: nella prima città, tra gli aventi diritto, hanno ricevuto il 50% della quota solo i primi in graduatoria; nella seconda, a tutti gli idonei dello scorso anno manca il 70% della seconda rata delle borse. Questa “situazione” è dovuta sia al mancato trasferimento dei fondi FIS stanziati lo scorso anno (9.406.064,69 euro destinati alla Regione Marche per Diritto allo Studio di cui si aspetta ancora l’erogazione di oltre 6 milioni di euro), sia alla riduzione a 1 milione di euro dei finanziamenti regionali sul capitolo del diritto allo studio. Tutta questa situazione, oltre a confermare l’intenzione del vecchio consiglio regionale di portare avanti la miope politica di smantellamento del sistema del Dirittoallo Studio, sta provocando numerosi problemi agli ERSU marchigiani che, avendo preventivato nei propri bilanci maggiori risorse regionali, hanno provveduto agarantire borse di studio e a erogarne i servizi, senza poi avere una copertura finanziaria.
Un altro grande problema del Diritto allo Studio nella nostra regione è quello degli studentati: essi si trovano in uno stato di fatiscenza ed inadeguatezza.
Questa situazione è da imputarsi a problemi sia di carattere strutturale che funzionale.
Gli alloggi sono destinati, con priorità, agli studenti vincitori di borsa di studio, che si trovano di fatto costretti a non poter rinunciare a questa sistemazione, seppur indecorosa, perché non avrebbero risorse necessarie per affittare una stanza da privati; gli alloggi rimasti liberi dopo l’assegnazione agli studenti borsisti possono essere presi in affitto (generando degli introiti per gli ERSU) anche dal resto della popolazione studentesca, che però, vista la situazione delle strutture, non considera questa ipotesi e preferisce affittare una stanza al di fuori dello studentato, trovandosi a sottoscrivere contratti d’affitto spesso svantaggiosi. A nostro avviso gli studentati non devono essere viste come dei “ghetti” in cui confinare gli studenti borsisti, ma dei luoghi di crescita personale e sociale: dovrebbero essere valorizzati, non solo come “case” ma anche come strutture di rilevanza aggregativa e formativa, affinché tutti gli studenti, quindi anche i non borsisti facciano richiesta di vivere nello studentato.
E’ necessità impellente la ristrutturazione delle residenze universitarie: ci sono evidenti problemi di infestazioni, infiltrazioni e impianti inadeguati. É necessaria, da subito, una politica seria di investimento sulle case dello studente. È proprio a tutto ciò che si lega la mancata messa a norma di molti spazi che vengono sottratti alla comunità studentesca, limitandone l’utilizzo o vietandone l'accesso, generalizzando un problema presente, da diverso tempo, come quello dell’assenza di liberi spazi di aggregazione.
La ristrutturazione deve tenere conto anche delle particolari esigenze degli studenti che hanno uno stato di disabilità motoria. Troppe sono le barriere architettoniche che impediscono l’accesso a luoghi e limitano perciò le possibilità e l’indipendenza dei ragazzi disabili nel loro vivere quotidiano. Dentro e fuori dalle residenze universitarie le possibilità di movimento sono fortemente ridotte e condizionate dall’accompagnamento dell’assistente.
Allo stato attuale, il servizio dei trasporti pubblici, sia su ferro che su gomma, è un’altra nota dolente per tutti gli studenti della regione. Le corse sono poche, gli orari non corrispondono alle esigenze degli studenti, spesso occorre effettuare numerosi cambi.
I ritardi dei mezzi sono all’ordine del giorno, così come il loro sovraffollamento. Inoltre, il costo risulta essere eccessivo, soprattutto in rapporto alla qualità del servizio offerto. Per queste ragioni, riteniamo fondamentale una riorganizzazione dei trasporti pubblici su scala regionale. Parallelamente a questo, è necessario abbattere i costi dei mezzi pubblici: il costo degli abbonamenti dovrebbe essere proporzionale alle condizioni economiche dello studente. Inoltre tutti gli ERSU dovrebbero prevedere delle agevolazioni per il trasporto urbano ed extraurbano rivolte agli studenti vincitori di borsa; questo al momento non è previsto ad Urbino e Macerata mentre ad Ancona, dove solitamente è previsto, quest'anno gli abbonamenti agevolati non verranno erogati a causa della critica condizione economica dell’Ente.
Per quanto riguarda invece l’assistenza sanitaria gratuita per gli studenti fuori sede, questa presenta evidenti carenze in alcuni atenei marchigiani. Il servizio è stato istituito nel 2008 ed entrato in funzione nel 2011, in seguito allo stanziamento di 40 mila euro.
Purtroppo di questi fondi gli ERSU hanno avuto a disposizione solo una piccola parte, cosa che ha portato alla sospensione, per l’ateneo dorico, del servizio, il quale è rimasto attivo presso un solo ambulatorio (tra l'altro molto distante dai vari quartieri universitari) ed erogato a titolo gratuito da un unico medico.
A fronte di queste numerose problematiche, riteniamo necessario integrare i fondi regionali nell’immediato, prevedendo risorse consistenti nel prossimo bilancio di previsione.
Questo dovrebbe servire non soltanto per far fronte alla copertura di tutte le borse di studio e per risolvere le varie problematiche del sistema, ma anche per prevedere misure tampone ad hoc per i cosiddetti "esodati", coloro che, quest'anno, a parità di condizioni, hanno visto il proprio ISEE, a causa delle nuove modalità di calcolo, innalzarsi rispetto agli scorsi anni, non rientrando più nei parametri economici richiesti dai bandi e pertanto restando esclusi dal sistema del Diritto allo Studio.
Inoltre, è necessario prevedere al più presto misure preventive per scongiurare che questo fenomeno si verifichi anche il prossimo anno, prevedendo un innalzamento dei limiti di soglia per fare domanda di borsa di studio, accompagnato però da uno stanziamento consistente che consenta poi di far fronte a tutte le richieste che perverranno.
E’ dunque necessario che la Regione investa nel Diritto allo Studio e nell’Università, garantendo innanzitutto la reale accessibilità agli studi universitari, prevedendo fondi sufficienti per sanare le situazioni di debito verso gli studenti, per assegnare a tutti gli idonei la borsa di studio e per garantire tutti i servizi che questa prevede, cercando di estenderli a una più vasta porzione di popolazione studentesca. Tutto questo per far si che l’istruzione universitaria torni ad essere il vero motore di crescita personale e collettiva all’interno della nostra regione.
Da troppo tempo le risposte si nascondono dietro allo schermo dell’assenza di fondi.
Crediamo però che questo tipo di risposta sia dettata non soltanto dalle esigenze di bilancio, ma dalla mancata comprensione delle istituzioni, nazionali e regionali, del concetto di istruzione e diritto allo studio, temi che vengono affrontati come semplici voci di spesa invece che come investimenti utili a tutto il territorio e al Paese.
Chiediamo che la Regione, soggetto che per Costituzione è responsabile del diritto allo studio, si faccia carico della questione e si assuma le proprie responsabilità di fronte agli studenti.
Assemblea per il Diritto allo Studio di Urbino
FK Link Urbino
ACU Gulliver Sinistra Universitaria – UDU Ancona
Officina Universitaria Macerata