Sciopero Generale – Ancona

Siamo pronti a scendere nuovamente in piazza a fianco dei lavoratori contro la macelleria sociale prodotta dall'attuale Governo.

Preoccupati per le sorti del nostro paese siamo consapevoli degli effetti negativi della manovra finanziaria in approvazione e, assieme ai lavoratori di tutta Italia, intendiamo chiedere maggiore equità e giustizia. 
Pertanto, auspicando un'alta adesione anche dal mondo accademico sempre più in difficoltà a causa dell'applicazione della Legge Gelmini e dei tagli ai Finanziamenti pubblici, saremo assieme alla CGIL per riprenderci il nostro futuro!

Partenza del corteo: ore 9:00 Corso Carlo Alberto (Salesiani)

Comizio conclusivo: ore 10.30 circa Piazza Roma

 

Partecipa allo sciopero: http://www.facebook.com/event.php?eid=181874655219308

6 Settembre 2011 – Sciopero Generale CGIL – QUESTA VOLTA NOI NON PAGHIAMO!

All’interno della crisi finanziaria ed economica che l’Italia sta attraversando, ancora una volta vengono messi in discussione i diritti dei più deboli e viene negata ogni prospettiva per il futuro del nostro Paese.

Sin dal 2008 il Governo ha iniziato a strumentalizzare la crisi per giustificare i tagli a scuola e università, attaccando i diritti di tutti, studenti e lavoratori in primis.

Come studenti avevamo già denunciato la miopia di quella scelta che invece di investire su un nuovo modello di sviluppo basato su formazione e ricerca, mirava al progressivo smantellamento del nostro sistema di istruzione pubblica e di welfare state. Sappiamo, due anni fa come oggi, che la crisi globale che sta affossando i Paesi di tutto il mondo è frutto di un sistema economico che si basa su speculazioni finanziare, sul controllo delle politiche globali da parte di gruppi affaristici o multinazionali che mirano a promuovere i propri interessi privati a discapito di quelli pubblici.  Il risultato di questa politica scellerata lo vediamo oggi in un Paese in cui il diritto allo studio è sempre più un lusso destinato a pochi. Con i successivi tagli agli enti locali sono stati messi in discussione i livelli essenziali dei servizi destinati ai cittadini, andando a colpire l’assistenza, i trasporti, il sociale e ancora una volta il diritto allo studio. Il Governo ha ripetuto in queste settimane che scuola e università non saranno toccate dai tagli, ma ancora una volta dietro false promesse vediamo sin troppo chiaramente il reale pericolo della morte definitiva del libero accesso al sapere.

La manovra approvata lo scorso agosto, in aggiunta, prevede tagli per 45 miliardi di euro che colpiscono in gran parte gli enti locali e i dipendenti pubblici, senza intaccare la speculazione finanziaria, le grandi rendite o i costi della politica . Un taglio di queste proporzioni costringerà da un lato gli enti locali ad aumentare la tassazione e dall’altro a tagliare ulteriormente servizi essenziali.

Da tempo denunciamo con forza il taglio del 95% al fondo nazionale per le borse di studio universitarie. Ora viene messo in discussione anche il contributo che le regioni hanno fino ad oggi garantito per il diritto allo studio, cancellando definitivamente ogni prospettiva futura per migliaia di studenti. Già oggi la copertura degli studenti universitari idonei alla borsa di studio è preoccupantemente lontana dal raggiungimento della soglia del 100%; nel 2009 gli studenti, cui lo Stato riconosceva il diritto a ricevere una borsa di studio, ma che non ne hanno beneficiato per mancanza di fondi sono stati quasi 30000 e a causa dei tagli al fondo nazionale raggiungeranno gli oltre 160000 nel 2013. Ora anche gli ultimi studenti che potevano sperare nella “lotteria” delle graduatorie per ricevere una borsa di studio vedranno svanire ogni prospettiva per il loro futuro universitario.

Situazione tristemente analoga è quella che investirà le scuole superiori. Dopo i tagli del ministro Gelmini, che in questi anni hanno comportato una drastica riduzione della qualità dell’offerta formativa e della sicurezza degli edifici scolastici, con questa manovra assistiamo ad un affossamento ulteriore dell’istruzione superiore, voluto da un Governo che da un lato continua ad evitare ogni forma di investimento nella formazione delle nuove generazioni, e dall’altro, proprio attraverso i tagli agli enti locali, mette in crisi servizi essenziali per la vita di uno studente come il trasporto pubblico locale, le mense, e gli spazi di aggregazione all’interno delle città.

L’attacco ai diritti però non passa solo dai tagli ai finanziamenti. La volontà del Governo è chiara, ed è la stessa dai referendum FIAT alla riforma dell’Università: arretrare sul terreno dei diritti, diminuire gli spazi di democrazia.

In un periodo di crisi è sicuramente necessario fare delle scelte, ma in questo senso non possiamo che giudicare la manovra ancora più iniqua, proprio perché avrà un enorme impatto sui lavoratori dipendenti andando a colpire chi ha sempre pagato e chi già in passato si è fatto carico di sostenere anche le spese di chi ha continuato ad evadere. Proprio per gli evasori e per i grandi patrimoni non c’è nessuna inversione di rotta e nessun tentativo serio di far pagare chi ha sempre cercato di eludere.

La decisione di spostare le festività civili e laiche, come la Festa della Liberazione, il Primo Maggio e la Festa della Repubblica, rappresenta un grave attacco all’identità e alla storia del nostro Paese e peraltro non garantisce alcun reale beneficio di natura economica.

Riteniamo scellerata questa proposta e siamo invece sempre più convinti che sia assolutamente necessario, oggi più che mai, ripartire proprio dai valori e dal patrimonio identitario che queste date rappresentano.

Non accettiamo di dover pagare ancora una volta i costi di questa crisi, non rimarremo fermi a guardare l’ennesimo attacco ai diritti fondamentali, dal lavoro al diritto allo studio fino al welfare. La manovra è iniqua perché ancora una volta chiedi sacrifici solo a chi li ha già fatti per uscire da una crisi che non ha contribuito a generare.

Accogliamo quindi l’appello lanciato dal sindacato della CGIL per lo sciopero generale del 6 settembre e come studenti sentiamo la necessità di mobilitarci a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori iniziando così un lungo autunno di lotta e protagonismo degli studenti.

Siamo fermamente convinti che serva una manovra che, al contrario di quella approvata dal Governo, rilanci il nostro Paese mettendo finalmente al centro il tema della ricerca e della formazione e del lavoro per i giovani come cardini di un nuovo modello di sviluppo. E’ giunta l’ora di chiedere sacrifici a chi non ne ha fatti in questi anni, partendo dagli speculatori economici, gli evasori, le banche e i grandi patrimoni.

Chiediamo inoltre che nella manovra vengano individuate risorse adeguate per scuola, università e ricerca, dando la possibilità a tutti di accedere ai più alti gradi dell’istruzione, finanziando l’orientamento all’università e al lavoro e garantendo a tutti gli idonei di avere a disposizione le borse di studio che gli spettano.

Come studenti richiediamo una contromanovra sostenibile che non parta dalla mera esigenza di far cassa, ma si basi invece sull’equità e su una nuova visione di sviluppo.

Se lacrime e sangue devono essere chiesti, stavolta vogliamo che siano per i furbetti dell’evasione fiscale e delle speculazioni in borsa!

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2 Comments

  1. Great post. I will be dealing with a few of these issues as well..

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