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Il Gulliver aderisce alla giornata in ricordo alle vittime delle Mafie

L’Associazione Culturale Universitaria Gulliver aderisce alla diciannovesima edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", promossa dall'associazione Libera e Avviso Pubblico.

La Giornata della Memoria e dell'Impegno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie. Oltre 900 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell' ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perchè, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.

Crediamo fortemente nel valore della Legalità, che deve essere esercitata fin dai più semplici gesti quotidiani. Da questa convinzione derivano l'adesione della nostra associazione al Coordinamento provinciale di Ancona di Libera e la nostra partecipazione alla giornata di oggi. Soltanto attraverso una piena presa di coscienza da parte della cittadinanza e attraverso la forza delle istituzioni può venire un’azione seria di lotta a tutte le Mafie.

Giornata Nazionale “No alle Mafie”

L'Associazione Culturale Universitaria Gulliver aderisce ufficialemente alla XV Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie che si terra il giorno 20 Marzo 2010 a Milano.

Da www.libera.it:

Il tema che porremo al centro della Giornata, sarà la dimensione finanziaria delle mafie. Troppo spesso si licenzia frettolosamente ancora oggi il problema mafie come qualcosa che riguarda solo alcune regioni del Sud Italia. Sappiamo per certo che non è così, che oggi le mafie investono in tutto il mondo e che nel Nord Italia ci sono importanti cellule di famigerati clan, che riciclano denaro sporco, investono capitali nell'edilizia e nel commercio, sono al centro del narcotraffico, sfruttano attraverso lavoro nero.
La corruzione, oggi nuovamente a livelli altissimi come sottolineato dalla Corte dei Conti, è un fenomeno presente in misura crescente dove ci sono maggiori possibilità di business: è dunque il Nord tutto a doversi guardare da questi fenomeni di penetrazione di capitali illeciti.
Milano è la città in cui fu ucciso nel 1979 Giorgio Ambrosoli, avvocato esperto in liquidazioni coatte amministrative, che stava indagando sui movimenti del banchiere siciliano Michele Sindona.

Milano è la città in cui il 27 luglio del 1993 ci fu una delle bombe che esprimevano l'attacco diretto allo Stato da parte della mafia: la strage di via Palestro, nei pressi del Padiglione di Arte Contemporanea. Ci furono cinque morti.

Milano è infine la città in cui si terrà l'Expo nel 2015, una manifestazione che attrarrà ingenti capitali e su cui sarà importante vigilare al fine di non consentire l'infiltrazione delle mafie.

Per tutte queste ragioni e per molte altre, ci ritroveremo il 20 marzo 2010 a Milano, per celebrare la XV Giornata Nazionale della Memoria e dell'Impegno, in ricordo delle vittime delle mafie.


Agende Rosse a L’Aquila: Presidio della Memoria

Gulliver aderisce e partecipa alla manifestazione indetta da Salvatore Borsellino ed il Movimento delle Agende Rosse a L'Aquila il 6 Marzo 2010.

Le Agende Rosse a L'Aquila per la  Manifestazione nazionale del 6 Marzo 2010 : PRESIDIO DELLA MEMORIA

 
Avevo pensato di organizzare la prossima manifestazione delle Agende Rosse a Bologna. Avevo scelto quella città, nella quale è ancora aperta e non si sanerà mai la ferita lasciata aperta il 2 agosto 1980 nell’edificio della Stazione dalla bomba  che causò l’ennesima strage di Stato di questo nostro disgraziato paese, perché simbolo anche questa di Verità nascoste e di Giustizia negata e perché raggiungerla sarebbe stato meno difficile per le tante persone che ogni volta, armati solo delle loro Agende Rosse, affrontano ogni tipo di disagi per confluire lì dove si combatte una nuova battaglia della nostraRESISTENZA.
Ma poi mi ha scritto Lilli Centofanti, la sorella di uno dei ragazzi morti nella Casa dello  Studente de L’Aquila per una strage causata si da un evento naturale come il terremoto del 6 aprile 2009, ma che è anche questa una strage di Stato perché se quell’edificio fosse stato costruito con più cemento e meno sabbia, se i pilastri fossero stati messi nel posto giusto e in numero sufficiente, se quell’edificio fosse stato sgomberato, come l’aggravarsi del pericolo e i sintomi sempre più evidenti dello scatenarsi della furia di uno sconvolgimento della natura prevedibile e previsto avrebbe richiesto, se la gravità della situazione non fosse stata tenuta nascosta, forse oggi si piangerebbero meno morti e un numero minore di vite, ancora all’inizio del loro cammino, sarebbero state spezzate.
Il 6 aprile i politici andranno a fare le loro ignobili passerelle e a recitare il loro immondo spettacolo in una città che è statamilitarizzata per impedire a quel poco che resta dell’informazione libera in Italia di vedere cosa vi sta succedendo, in una città nella quale vengono occultate le manfestazioni dei comitati dei cittadini nate per protestare contro le deportazioni di massa di un popolo lontano dalle proprie case e dalla propria vita, contro le tendopoli trasformate in campi di concentramento, contro lo smantellamento di quelle stesse tendopoli non quando non erano più necessarie ma quando era necessario dimostrare all’opinione pubblica che i tempi previsti erano stati rispettati, contro l’assegnazione dei lavori di ricostruzione a ditte in sospetto di collusioni mafiose e l’estromissione dai controlli degli amministratori locali.
Un luogo di dolore è stato trasformato in un set per permettere al capo del governo di sfruttare politicamente a proprio vantaggio una tragedia, una tragedia vera, bagnata di sangue vero, non di sangue che si coagula in pochi istanti e che non macchia le camicie, di ferite vere, non di ferite da truccatori cinematografici che si rimarginano miracolosamente, che miracolsamente si spostano e che miracolsamente scompaiono dopo che la scena è stata girata e la rappresentazione ha raggiunto il suo scopo. Tutto è diventato un set, per far fare la messa a Ratzinger pare che il governo abbia speso duecentomila euro per trasportare una chiesa di legno da Cinecittà a L’Aquila. In una lettera a sua moglie Andrea Gattinoni, attore di cinema e di teatro, racconta quello che gli ha detto un ragazzo: “quello che il governo sta facendo sulla loro pelle è un gigantesco banco di prova per vedere come si fa a tenere prigioniera l’intera popolazione di una città senza che al di fuori possa trapelare niente” .
A L’Aquila il PM Alfredo Rossini sta portando avanti le indagini per verificare le responsabilità  di questa tragedia e individuarne i colpevoli e ha cominciato ad emettere i primi avvisi di garanzia, adesso, come da copione, cominceranno ad attaccarlo, a delegittimarlo, è un altro magistrato da difendere, un altro giudice a cui dobbiamo fare da scorta prima che sia troppo tardi.
Una nostra amica, una delle nostre compagne di lotta, mi ha scritto: “la tua presenza a L’Aquila ha un significato profondo. E’ un luogo di dolore oppresso dalle bugie di uno Stato che vuol far credere al mondo di avere risolto tutto, quando in realtà stanno aggiungendo sale alle ferite di tutti quei bambini, di tutte quelle donne e di quegli uomini, di tutte le persone anziane lasciate senza una identità, una identità che avevano faticosamente costruita nel corso della loro vita.”

Amici miei, compagni di tante battaglie, partigiani della NUOVA RESISTENZA, ho ancora una volta bisogno di voi, laVOSTRA presenza a L’Aquila è importante, prendete le vostre Agende Rosse, portate tutti una fiaccola, organizzate pullman, macchine, furgoni, camions, treni, c’è una nuova battaglia da combattere, la gente dell’Aquila, dei paesi dell’Abruzzo, ha bisogno di noi, ha bisogno di GIUSTIZIA, ha bisogno di VERITA’ e noi saremo a L'Aquila a combattere, per i nostri morti, per la GIUSTIZIA, per la VERITA’, per IL NOSTRO PAESE.

Salvatore Borsellino (22 gennaio 2010)

Mafia e Stato: verbo o congiunzione?

Venerdì 19 Febbraio 2010 presso l'Aula Magna della Facoltà di Ingegneria dalle ore 15:30 si terrà la conferenza sul tema "Mafia e Stato: Verbo o Congiunzione?". Parteciperanno al dibattito:

Giocchino GENCHI – Vice questore di Palermo e Consulente informatico di Falcone e Borsellino

Salvatore BORSELLINO – fratello di Paolo Borsellino

L'evento è organizzato dalla Scuola di Pace 2010 e dall' ACU Gulliver. Sarà trasmesso in diretta su Radio Incredibile.

 

La conferenza sarà l'occasione per ripercorrere la storia italiana degli ultimi 18 anni attraverso le parole di due persone direttamente coinvolte: persone che lottano ogni giorno per restituire dignità a questo nostro disgraziato Paese .

Gioacchino Genchi riveste attualmente il ruolo di vice-questore di Palermo: è stato ed è coinvolto nelle indagini più scottanti della Seconda Repubblica in qualità di consulente informatico (collaboratore di Falcone e Borsellino, De Magistris ecc..).

Salvatore Borsellino,  fratello del giudice Paolo ammazzato a Palermo il 19 luglio 1992, si dedica attivamente alla sensibilizzazione riguardo il contrasto della criminalità organizzata, malgoverno e collusioni tra politica e mafia.

Le parole di Salvatore e Gioacchino rompono il silenzio delle nostre coscienze nella loro ricerca di verità . Verità su cui aleggiano molte ombre che lasciano spazio solo ad oscuri interrogativi. Via D'Amelio ed il sospetto di una strage di stato costruita con cura da mafia,istituzioni e servizi segreti ne è un esempio.

Invitiamo studenti e cittadini a partecipare, coltivando quel sentimento di lotta e riluttanza alla mafia e alla  demagogia che la nutre.

Come direbbe Salvatore: “Rrrresistenza!!!”

 

 

Paolo Borsellino

Paolo Emanuele Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992) è stato un magistrato italiano, vittima della mafia. È considerato un eroe italiano, come Giovanni Falcone, di cui fu amico e collega.

Nato a Palermo nel quartiere popolare La Kalsa, in cui vivevano tra gli altri anche Giovanni Falcone e Tommaso Buscetta, dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo Borsellino si iscrisse al Liceo Classico "Giovanni Meli" di Palermo. Durante gli anni del liceo diventò direttore del giornale studentesco "Agorà". Nel giugno del 1958 si diplomò con ottimi voti e l'11 settembre dello stesso anno si iscrisse a Giurisprudenza a Palermo. Dopo una rissa tra studenti "neri" e "rossi" finì erroneamente anche lui di fronte al magistrato Cesare Terranova, cui dichiarò la propria estraneità ai fatti. Il giudice sentenziò che Borsellino non era implicato nell'episodio.

Proveniente da una famiglia con simpatie politiche di destra, nel 1959 si iscrisse al FUAN, organizzazione degli universitari missini di cui divenne membro dell'esecutivo provinciale, e fu eletto come rappresentante studentesco nella lista del FUAN "Fanalino" di Palermo.

Il 27 giugno 1962, all'età di ventidue anni, Borsellino si laureò con 110 e lode con una tesi su "Il fine dell'azione delittuosa" con relatore il professor Giovanni Musotto. Pochi giorni dopo, a causa di una malattia, suo padre morì all'età di cinquantadue anni. Borsellino si impegnò allora con l'ordine dei farmacisti a mantenere attiva la farmacia del padre fino al raggiungimento della laurea in farmacia della sorella Rita. Durante questo periodo la farmacia fu data in gestione per un affitto bassissimo, 120.000 lire al mese e la famiglia Borsellino fu costretta a gravi rinunce e sacrifici. A Paolo fu concesso l'esonero dal servizio militare poiché egli risultava "unico sostentamento della famiglia".

Nel 1967 Rita si laureò in farmacia e il primo stipendio da magistrato di Paolo servì a pagare la tassa governativa.

Il 23 dicembre 1968 sposò Agnese Piraino Leto, figlia di Angelo Piraino Leto, a quel tempo magistrato presidente del tribunale di Palermo.

 

Salvatore Borsellino

Salvatore Borsellino (Palermo, 11 aprile 1942) è un attivista italiano.

Fratello minore del magistrato Paolo Borsellino, dopo la Strage di via d'Amelio in cui quest'ultimo fu ucciso dalla mafia assieme agli uomini della scorta, si è dedicato attivamente alla sensibilizzazione riguardo al contrasto alla criminalità organizzata, il malgoverno e le collusioni tra politica e mafia. Nel settembre 2009 interviene alla Marcia delle Agende rosse, organizzata dall’Associazione Nazionale familiari vittime della mafia a piazza Navona. Il 12 dicembre 2009 è tra gli organizzatori del convegno antimafia L'alba di una nuova resistenza con Antonio Di Pietro.

 

Gioacchino Genchi

Gioacchino Genchi (Castelbuono, 22 agosto 1960) è un poliziotto e informatico italiano.

Molto legato al suo paese, Castelbuono, che considera un'oasi di civiltà, democrazia, di cultura e di legalità in una terra di mafia, si iniziò a formare culturalmente sin da bambino nella libreria paterna, che rappresentava il centro culturale della cittadina.

Dopo il diploma di maturità si mantenne gli studi universitari lavorando nel campo dell'informatica. In seguito alla laurea in giurisprudenza conseguita con il massimo dei voti e lode accademica intraprese la carriera forense conseguendo le abilitazioni per l'esercizio dell'avvocatura e l'insegnamento di materie giuridiche.

Entrato in Polizia nel 1985 come funzionario, ricoprì alcuni incarichi come dirigente in uffici quali Zona Telecomunicazioni per la Sicilia Occidentale, Nucleo Anticrimine per la Sicilia Occidentale e Centro Elettronico Interregionale di Palermo. Ha tenuto nel corso degli anni numerosi corsi di formazione e di aggiornamento per magistrati e avvocati. Nel 1996 divenne consulente tecnico dell’Autorità Giudiziaria e diede il suo contributo alla risoluzione di importanti indagini e processi penali. E' attualmente Vice questore a Palermo. In aspettativa sindacale non retribuita dal 1° giugno 2000 ha ripreso servizio il 4 febbraio 2009. Ha collaborato come consulente informatico con molti magistrati tra cui Giovanni Falcone e Luigi de Magistris. Esperto di informatica e telefonia si occupa di incrociare i tabulati delle telefonate in processi di grande importanza, quali quelli sulla mafia, che hanno rivelato il rapporto tra la mafia e il complesso giuridico-economico-politico della seconda Repubblica Italiana.

Arrivò due ore dopo nel luogo della strage di via D'Amelio, individuando nel castello di Utveggio il luogo da cui sarebbe stato azionato il radiocomando dell'esplosivo utilizzato per la strage. Secondo Salvatore Borsellino in quel castello si sarebbe celata una base del Sisde.

È stato recentemente coinvolto dalla stampa e dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito a un presunto scandalo di intercettazioni. Avrebbe, secondo alcuni, intercettato 350.000 persone (non viene indicato in quanto tempo questo sarebbe avvenuto). In realtà Genchi si occupa di tabulati telefonici quindi niente ha a che vedere con le intercettazioni.

Nel febbraio del 2009 è stato aperto un procedimento penale a carico di Gioacchino Genchi presso la Procura di Roma. Il 13 marzo 2009 i carabinieri del Ros su mandato della procura di Roma sequestrano il cosiddetto "archivio segreto" di Genchi, cioè i computer con i dati raccolti da Genchi per il suo lavoro di consulenza a diversi magistrati. Genchi si è difeso in un'intervista pubblicata su internet, parlando delle responsabilità dei suoi accusatori.

Il Tribunale del Riesame ha annullato il sequestro e la perquisizione dei tabulati telefonici spiegando che i reati contestati erano inesistenti. La Procura di Roma comunque non ha restituito i tabulati a Genchi; Il 7 maggio 2009 la Procura della Repubblica di Roma ha impugnato per Cassazione le ordinanze con le quali il Tribunale del riesame l'8 aprile ha annullato il sequestro del cosiddetto 'archivio segreto' di Gioacchino Genchi. Il 26 giugno 2009 Genchi viene scagionato. Viene chiesto da Eugenio Selvaggi, sostituto procuratore generale della Cassazione, che i giudici della quinta sezione penale dichiarino inammissibile il ricorso che la Procura di Roma aveva presentato contro l'annullo del sequestro dei tabulati ordinato dal Tribunale del Riesame.

21 Marzo 2009 – Un ordinaria giornata in piazza

Nella giornata di Sabato 21 Marzo, Ancona e Napoli saranno più vicine!

Nella stessa giornata si svolgeranno due momenti di protesta ugualmente importanti e fondamentale ai quali abbiamo deciso di aderire e partecipare.

Ad Ancona, i Sindacati, le Associazioni di categoria, i comitati cittadini e non, hanno rilanciato una "passeggiata" in difesa della scuola e della cultura, alla quale intendiamo portare il nostro contributo attraverso una folta presenza di studenti universitari.

L'appuntameno è alle ore 17.00 presso il Monumento del "Passetto" per poi terminare in piazza Roma.

 Mentre, presso il Capoluogo campano, è in programma la XIV°Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle Vittime delle Mafie che vedrà la partecipazione di decine di migliaia di persone da tutta Italia promosso dall'Associazione LIBERA (www.libera.it).

Ed  anche in questo caso stiamo cercando di organizzare una delegazione da parte di Ancona, per cui chiunque voglia partecipare puo contattere direttamente Carlo: 349.8848433 – carlo.cotichelli@gmail.com

Cosa Nostra devasta locali UdU a Palermo

A seguito della rinuncia da parte del "Blow up", circolo universitario di Palermo in pieno centro, di pagare il pizzo, questa notte il locale che offre servizi agli studenti e serate di svago è stato devastato. Il Gulliver esprime solidarietà nei confronti di Manfredi Lombardo, Presidente del circolo, e dell'Unione degli Universitari di Palermo, associazione che si trova a dover combattere, oltre che contro le lobby accademiche, anche contro un regime culturale corrotto dalla presenza della grande criminalità organizzata.

Nei prossimi mesi a partire da Gennaio 2008 l'ACU Gulliver organizzerà attività di solidarietà finalizzate a raccogliere fondi per la ricostruzione del circolo universitario Blow up.

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